08 Settembre 2022

Il Business Plan è il documento che mette in relazione la stimata dinamica del progetto imprenditoriale con le correlate pianificazioni economico-finanziarie e patrimoniali. È il risultato di un attento e rigoroso processo di valutazione delle differenti ipotesi sottostanti, dei diversi scenari e delle prospettive future di sviluppo di azioni volte a raggiungere gli obiettivi e le linee strategiche definite.

Spesso, il concetto di business plan viene associato e ridimensionato alla casistica delle start up che lo utilizzano per richiedere finanziamenti ed ottenere così le risorse necessarie a dar vita all’idea imprenditoriale. Tuttavia, questa è solo una delle funzioni di questo utile strumento di gestione e pianificazione aziendale, che grazie alla sua dinamicità e integrità è in grado di fornire una rappresentazione tridimensionale – economico-finanziaria e patrimoniale – dell’impresa.

 

Business Plan: cos’è, caratteristiche e funzioni

Il Business Plan – anche definito come Piano industriale – è un documento che contiene un mix di dati quantitativi e qualitativi, numeri, analisi e descrizioni. Si può dire che il business plan rappresenta la sintesi ed il coordinamento dei diversi aspetti attraverso i quali è possibile “leggere” la dinamica di un’iniziativa d’impresa ossia:

  • aspetti tecnico monetari (economici, finanziari, patrimoniali)
  • aspetti tecnico operativi (attinenti alle caratteristiche tecniche del prodotto o servizio e del loro ciclo produttivo)
  • aspetti logici – qualitativi - quantitativi (attinenti alla verifica di attendibilità del business plan)

Il documento può essere articolato in diverse parti, o sezioni, nelle quali sono esposte le rappresentazioni degli elementi essenziali e qualificanti del progetto imprenditoriale, con l’evidenza degli obiettivi che stanno alla base dello stesso.

Il piano deve contenere un insieme di prospetti economici, patrimoniali e finanziari redatti in piena coerenza con le scelte strategiche e con le azioni che si prospettano nell’Action plan e deve rispettare almeno tre requisiti minimi:

1) Sostenibilità finanziaria: ossia che vi sia equilibrio nella qualità e nella quantità delle fonti di finanziamento che l’azienda deve utilizzare per fronteggiare i fabbisogni pianificati e che le scelte di finanziamento siano fattibili alla luce della capacità di indebitamento e del potenziale profilo di rischio dell’impresa

2) Coerenza: tutte le ipotesi, le leve strategiche, l’Action Plan e le previsioni economico-finanziarie devono essere coerenti tra loro e quindi dev’esserci un riscontro tra le azioni preventivate e l’andamento dei dati prospettici.

3) Attendibilità: le ipotesi formulate devono essere realistiche e giustificabili e i risultati attesi ragionevolmente conseguibili. Incide significativamente sull’attendibilità del piano anche l’autorevolezza delle informazioni reperite per tenere conto di un aggiornato contesto normativo, tecnologico, sociale e ambientale.

Il processo di pianificazione che porta alla costruzione di un business plan si basa su una serie di assunzioni e spesso nel momento in cui si procede alla sua redazione non si hanno a disposizione alcuni dei dati necessari per formulare le adeguate previsioni. Per tale ragione, la redazione di un business plan si svolge in condizioni di incertezza ed è opportuno svolgere una sensitivity analysis rispetto alle principali variabili quantitative e qualitative che possono influenzare l’andamento dei risultati attesi, ipotizzando scenari diversi ai quali attribuire dei tassi di probabilità di accadimento.

Le proiezioni del piano seguono l’andamento che si sviluppa nello scenario più verosimile e coerente del contesto nel quale opera l’impresa.  Nonostante alcuni accadimenti siano totalmente imprevedibili, come ad esempio lo scenario delineato dalla crisi pandemica, condurre l’analisi di sensitività anche sugli scenari più pessimistici può aiutare l’impresa a cogliere prontamente segnali di crisi e mettere in atto strategie sanatorie. Parimenti, la sensitivity analysis dev’essere svolta anche su scenari più ottimistici, per ottenere un quadro più completo potendo osservare il variare delle principali grandezze economiche, finanziarie e patrimoniali al variare delle variabili e delle dinamiche nei differenti scenari.

Le simulazioni svolte in un business plan devono essere supportate da ipotesi dettagliate e giustificabili ed i risultati attesi dovranno essere comparabili in termini di parametri/indici utilizzati. Per questo motivo, è importante partire dall’analisi dei dati storici a disposizione dell’impresa e la redazione del piano parte sempre dalla situazione iniziale ossia dallo Stato patrimoniale iniziale.   Nel caso di start up, in cui tali dati non sono presenti trattandosi della valutazione di una nuova iniziativa, bisognerà ricorrere a tutti gli elementi che sono in grado di supportare concretamente la fattibilità del business.

Le funzioni del piano hanno una valenza sia interna che esterna.

La funzione “interna” consiste nel chiarire all’imprenditore quali sono i risvolti delle azioni strategiche che intende realizzare e soprattutto, se le risorse da impiegare per la realizzazione dell’Action plan sono sufficienti a mantenere un equilibrio finanziario.

La funzione “esterna” è la comunicazione dell’idea imprenditoriale a terzi, che possono essere banche e altri finanziatori così come potenziali nuovi soci. In questo caso, assume un ruolo cruciale l’efficacia comunicativa del business plan che può essere aumentata curando nel dettaglio anche la parte descrittiva – oltre che numerica – nella quale vengono spiegate anche altre variabili che entrano in gioco nei vari meccanismi di simulazione.

Quindi, attraverso il business plan è possibile effettuare:

  • Pianificazione e monitoraggio dell’andamento aziendale
  • Valutazione della convenienza di operazioni straordinarie
  • Valutazione di natura fiscale
  • Richiesta di finanziamenti agevolati e non
  • Presentare l’azienda a potenziali investitori e finanziatori

 

Il Business Plan come strumento di controllo: confronto con il Budget

Come già anticipato il piano ha un’importante valenza anche a livello di controllo aziendale: è un documento che programma l’attività dell’azienda nel medio e nel lungo periodo, interessando solitamente un arco temporale previsionale dai tre ai cinque anni circa.

Il business plan presenta una forte complementarità con il budget ma i due strumenti sono distinti fra loro. Solitamente, le previsioni contenute nel primo anno di un piano industriale coincidono con quelle contenute nel budget. Nonostante la somiglianza dei due strumenti di controllo di gestione, il business plan risulta più complesso sotto alcuni punti di vista e intervengono molte più variabili nelle previsioni che si riportano nello stesso. Nel business plan, inoltre, la necessità di parti descrittive e di analisi che tengono conto di variabili di natura non economico-finanziaria impone un maggior coinvolgimento dell’imprenditore.

Si riporta di seguito la tabella in cui sono evidenziate le principali differenze tra business plan e budget:

 

Si ricorda che …

Una volta redatto il business plan, è necessario tener conto di qualsiasi cambiamento intervenga sia all’interno dell’azienda che nel contesto esterno di riferimento. L’aggiornamento e la revisione delle stime devono essere continui nel business plan, garantendo allo stesso la flessibilità e il dinamismo che lo contraddistinguono. È bene dunque tenere conto di qualsiasi mutazione nelle esigenze dell’impresa, dei cambiamenti nei parametri esterni utilizzati come riferimento, basti pensare all’aumento dell’inflazione o alla variazione dei tassi di interesse. 

 

Angiolino Roberta