Le fonti finanziarie a cui un’azienda può attingere sono sempre più diversificate; si affiancano ai partner bancari gli alternative lenders e le piattaforme di crowdfunding piuttosto che i più conosciuti fondi di private equity o venture capitale.
L’analisi della dimensione economico-finanziaria della propria impresa è fondamentale prima di tutto per una corretta gestione in ottica di continuità aziendale oltre che per la richiesta di supporto finanziario; questa analisi poggia su quattro pilasti (o fasi).
Il primo passo consiste nella diagnosi iniziale, un’analisi dello stato dell’arte ossia di come l’azienda si presenta sul mercato, quale è il suo posizionamento nel settore di riferimento e rispetto ai competitors, la sua politica di business, la composizione dei ricavi e dei costi, l’andamento patrimoniale, economico e finanziario storico.
L’analisi dei propri dati di bilancio storici e della Centrale Rischi di Banca d’Italia inoltre consente di analizzare il trend finanziario e andamentale misurando la capacità aziendale di adempiere alle proprie obbligazioni.
In sintesi conoscere la propria azienda, i punti di forza e di debolezza rispetto al mercato, consente di essere più consapevoli dello stato di partenza per pianificare meglio il futuro.
Alla diagnosi iniziale segue poi il processo della pianificazione economico-finanziaria, finalizzata ad esplicitare le strategie di business nel medio-lungo termine. In questa fase risulta fondamentale l’adozione del Business Plan, documento nel quale vengono messi “in chiaro” la mission dell’impresa, gli obiettivi strategici e le dinamiche attese in termini qualitativi e quantitativi.
Il raggiungimento di determinati livelli di fatturato, ma soprattutto di reddito, (obiettivo ultimo di ciascuna azienda) passa attraverso la definizione degli investimenti necessari per realizzarli e alle coperture finanziarie da attivare suddividendo tra quelle disponibili e quelle da ricercare sul mercato (autofinanziamento e finanziamento di terzi).
La tipologia di investimento da effettuare così come la politica di diversificazione delle fonti potrà indirizzare la scelta tra i diversi strumenti finanziari presenti sul mercato.
Il terzo passo è il monitoraggio periodico: non risulta infatti sufficiente eseguire la diagnosi iniziale e la pianificazione finanziaria se le stesse non vengono aggiornate costantemente; occorre infatti saper intraprendere un percorso di monitoraggio continuo del proprio piano d’impresa.
La fase di monitoring si concretizza nella definizione di target intermedi (breve termine), nelle attività di monitoraggio del raggiungimento di tali target e di analisi degli scostamenti dagli stessi in ottica reddituale, finanziaria e patrimoniale della gestione.
Questa attività di pianificazione e controllo periodico consente di allocare le responsabilità aziendali presidiando il raggiungimento degli obiettivi specifici ma anche di anticipare e gestire le criticità intraprendendo azioni correttive.
A tal proposito, le nuove politiche bancarie (Linee Guida EBA in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti EBA/GL/2020/06 recepite da Banca Italia a luglio 2021) così come il Nuovo Codice della Crisi d’impresa (D.lgs. 14/2019 e s.m.i. entrato in vigore il 15/07/2022) impongono l’adozione di sistemi di pianificazione e monitoraggio periodico in ottica di mantenimento della continuità aziendale.
Le attività di pianificazione e monitoraggio si classificano quindi come un imprescindibile strumento di gestione, in particolare per il segmento imprenditoriale delle Start up, ovvero quelle nuove aziende che presentano un business model ed un potenziale tale da poter espandersi velocemente e che necessitano quindi di una attenta pianificazione e controllo del proprio sviluppo.
L’accesso ai mercati finanziari delle imprese passa inoltre attraverso una quarta fase, la comunicazione finanziaria; presentarsi in modo adeguato agli stakeholders significa definire in modo chiaro il proprio piano d’impresa comunicando in maniera efficace e trasparente la propria strategia di medio-lungo periodo e gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
La capacità di pianificare, programmare e controllare, unita alla condivisione con gli stakeholders delle strategie e del piano industriale, costituiscono così il mix perfetto per gestire il futuro della propria azienda, smorzando i rischi d’impresa e facilitando l’accesso ai mercati finanziari.
A cura di Manuela Marino